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Homeless. A proposito di case, anche

Extra 1 (2010)


Ovviamente tutte le persone per cui ho lavorato hanno un domicilio e voglio soltanto sottolineare che la casa può richiedere dei luoghi in cui rifugiarsi, quasi si fosse degli homeless, soprattutto quando insorge una sorta di "malattia dell'abitare" e il centro della casa tende a essere trascurato sino a diventare uno spazio vuoto, una sorta di interstizio tra varie costellazioni periferiche. Ora, anche se per chi possiede una dimora vera e propria non viene meno l'aspirazione a intendere la casa come la più perfetta espressione del sé dove ci si può ritirare dal mondo, nondimeno in questo gioco di case, corpi e spazi si affaccia la sensazione perturbante dello straniamento all'interno delle pareti domestiche e la spinta a un vagabondaggio interno è inevitabile mentre a un tempo il mondo esterno si insedia inesorabilmente dentro le mura domestiche con i media, le merci, il web, ecc. Prendendo forme sempre diverse si può dire che sensazioni di inquietudine, direttamente innestate nel cuore della normalità quotidiana dell'uomo diventato sedentario, hanno accompagnato l'esperienza umana sempre.

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Luoghi dove si può abitare - Intro

Fuori l'architettura - Casa sul lago, Como 1995-1999

Penthouse - Villa urbana, Milano 2001

Case abbinate - Case alla Morlana, Gorle (Bergamo) 1991 - 1995

La soglia - Appartamento, Milano 2003

Rooftop architecture - Casa, Torino 2007-2008

Homeless - Installazione 592-366-266 (omaggio al Cabanon di LC), Milano 2005

Piante, prospetti, sezioni